Associazione Culturale Aristocrazia Europea

martedì 22 dicembre 2015

Ordine (cavalleresco imperiale) al Mertio dell'Aquila d'Oro.

 
 
Sua Altezza Reale e Imperiale il Principe Gran Maestro
Stefan Cernetic del Montenegro
 
Sua Beatitudine il Metropolita Ortodosso di Milano Evloghios
 
Il Delegato dell'Ordine al Merito dell'Aquila d'Oro
Barone Dott. Ivan Drogo Inglese
 
 
L’OMAO (Ordine al Merito dell’Aquila d’Oro) è una associazione culturale cavalleresca, legalmente riconosciuta a livello internazionale, patrimonio storico ed araldico della Famiglia Cernetic (antica famiglia principesca slavo-ortodossa, discendenti dagli imperatori di Costantinopoli, fra i legittimi eredi ai troni reali di Montenegro e Macedonia). L’ordine ha un forte carattere religioso ecumenico, culturalmente euroasiatico e mediterraneo: si propone l’unità dei cristiani, la piena comunione fra ortodossi e cattolici, il concreto sostegno ai cristiani orientali perseguitati, la riscoperta e tutela del patrimonio storico, artistico e spirituale bizantino, una sempre maggiore vicinanza e collaborazione fra l’Europa e la Russia.

Il Principe Stefan Cernetic in visita a Milano.


 
 
 
Su invito del barone Ivan Drogo Inglese (noto imprenditore internazionale e delegato lombardo del prestigioso Ordine cavalleresco imperiale dell’Aquila d’Oro), Sua Altezza il Principe Stefan Cernetic, (capo della omonima antichissima dinastia slava ortodossa, discendente dagli imperatori di Costantinopoli, fra i legittimi eredi ai troni reali del Montenegro e della Macedonia) ha avuto una serie di importanti incontri a Milano. Innanzitutto, si è recato in devoto omaggio alla Chiesa Ortodossa di Via San Gregorio, nelle mura del vecchio Lazzaretto manzoniano, sede del Patriarcato di Aquileia, che custodisce una miracolosa e venerata icona della Madonna (che, periodicamente, lacrima sangue), dove è stato accolto da Sua Beatitudine il Metropolita Evloghios, dal clero e da un gruppo di fedeli, soprattutto di origine romena e balcanica. Il principe ed il vescovo hanno convenuto sulla assoluta necessità della unità dei Cristiani, concordando una collaborazione culturale a sostegno del dialogo ecumenico fra Ortodossi e Cattolici, e in concreta difesa dei fratelli delle chiese orientali, perseguitati per la loro fede. Nel pomeriggio, Stefan Cernetic che è anche uomo di affari e diplomazia internazionale (con strategici uffici di rappresentanza a Montecarlo, Belgrado, Mosca, Atene e Beirut) si è poi incontrato con alcuni imprenditori ed investitori italiani, interessati a sviluppare sinergie professionali mediterranee ed euroasiatiche, in particolare, ovviamente, in Montenegro. Infine, alla sera il principe è stato ospite d’onore all’evento mondano, riservato ed esclusivo, organizzato dal presidente di Assoconsulenza, Prof. Stefano Masullo, al quale hanno partecipato oltre duecento invitati, fra i quali molti personaggi noti della economia e della politica, ma anche dello sport e dello spettacolo.
 
 
 

S.A.I. il Principe Stefan Cernetic con il Metropolita Evloghios, il Barone Roberto Jonghi Lavarini
ed il delegato dell'Ordine al Merito dell'Aquila d'Oro, Barone Ivan Drogo Inglese.
 

 
 

martedì 20 ottobre 2015

Visita degli Asburgo a Milano.



 
 
Articolo pubblicato da AFFARI ITALIANI, primo giornale online italiano:
 
Milano, tre giorni di altezze imperiali.
Gli Asburgo tra cerimonie e galà. Spritz

Mica capita sempre di avere due altezze imperiali sotto la Madonnina. Per tre giorni, poi. All’ombra del Duomo sono arrivati l’Arciduca Ereditario Carlo d’Asburgo Lorena e suo fratello Giorgio. L’occasione? Il bicentenario dell’istituzione del Regno Lombardo Veneto… SPRITZ MILANO, LA RUBRICA DEL BEL MONDO MILANESE

Mica capita sempre di avere due altezze imperiali sotto la Madonnina. Per tre giorni, poi. All’ombra del Duomo sono arrivati l’Arciduca Ereditario Carlo d’Asburgo Lorena e suo fratello Giorgio: il bicentenario dell’istituzione del Regno Lombardo Veneto ha dato l’occasione di una storica visita ufficiale alla citta lombarda, organizzata dal Circolo del Regno Lombardo Veneto e del St-Georg Orden col beneplacito della Imperial Regia Cancelleria della Famiglia Asburgo, che si è articolata in appuntamenti pubblici e privati, in cui gli Arciduchi hanno avuto modo di incontrare non solo esponenti della nobiltà, ma anche autorità civili, religiose e accademiche, e illustri membri della società civile.
 
La visita si è aperta venerdì scorso con una lectio magistralis tenuta dall’arciduca Carlo nell’Università Cattolica di Milano, in cui ha illustrato quali siano gli intendimenti e gli sforzi che ancor oggi -seppur senza avere troni e corone- gli Asburgo stanno profondendo per una vera Europa cristiana e federale, in cui la Mitteleuropa (ossia i popoli e le regioni del vecchio Impero – e fra questi, anche Lombardia e Veneto) deve ritrovare il suo ruolo guida. Nel pomeriggio, visite private in Regione e in Arcivescovado, per concludere con una cena offerta dal conte friulano Giuseppe Rizzani. Il sabato è stato dedicato alle cerimonie del Konventum  del St-Georg Orden: la Serbidiola (l’inno imperiale, musicato da franz Joseph Haydn nel 1797) è risuonata in Piazza Duomo, eseguita dalla Banda Imperial Regia, che segue gli Asburgo nelle loro visite in Europa. Poi, una solenne Messa e l’incontro con un variegato e numeroso pubblico davanti alla Chiesa di San Carlo al Corso, dove chiunque ha potuto conoscere e salutare gli eredi di Cecco Beppe. Alla sera, invece, durante un più esclusivo galà nelle sale di Palazzo Bocconi, più di duecento persone appartenenti all’aristocrazia e provenienti da tutto il vecchio Impero hanno levato i calici alle migliori fortune del Lombardo Veneto e della Casa Imperiale, chiudendo così la parte pubblica di queste prime celebrazioni. Domenica l’Arciduca Georg ha invece incontrato, in stretta cerchia, Soci e Amici del Circolo del Regno Lombardo Veneto, incoraggiandoli a proseguire nell’opera di custodia della tradizione e della storia dell’antico Regno, guardando al futuro per costruire un’Europa migliore. Le celebrazioni proseguiranno poi con l’ormai tradizionale Convegno di Studi Mitteleuropei che il Circolo del Regno Lombardo Veneto, in collaborazione con l’Associazione Culturale Aristocrazia Europea, ha fissato per il prossimo sabato 21 novembre.
 

 
Nelle foto: Le Loro Altezze Reali et Imperiali, i Principi ed Arciduchi d'Austria, il capo famiglia Carlo ed il cadetto Giorgio D'Asburgo Lorena, eredi del Sacro Romano Impero, insieme al Barone Roberto Jonghi Lavarini, al Nobile Diego Martino Zoia (Presidente del Circolo del Regno Lombardo Veneto) ed al Conte Andrea Boezio Bertinotti.


 
 
http://www.aristocrazia.eu/ - https://www.facebook.com/aristocraziaeuropea

giovedì 24 settembre 2015

"Illustrioribus et nobilitati"


Il nob.cav.dott. Roberto Jonghi Lavarini, per la sua decennale attività culturale, come autorevole membro di tre associazioni internazionali (Walser Uradel Kulturverein, Deutschen Adel der Alpen, Internationaler Adelsverband), riconosciuto come “Uradel und Freiherr” (barone di antica nobiltà), è stato nominato, dal Governatore Generale Sua Altezza Serenissima il Principe Gundakar von Liechtenstein, “Ritter” (cavaliere) del “Alter Orden vom St.George genannt Orden der Vier Romischen Kaiser” (Ordine di San Giorgio, Santo Patrono della Cavalleria, della Antica Nobiltà del Sacro Romano Impero, storica istituzione cavalleresca fondata nel 1308 e riformata nel 1926).

giovedì 2 luglio 2015

San Giorgio Patrono della Cavalleria.

 
Il Nob.Cav.Dott. Roberto Jonghi Lavarini, per il suo impegno in difesa delle tradizioni europee, ha ricevuto la “commenda di giustizia” della Confraternita di San Giorgio di Rougemount, prestigiosa associazione culturale internazionale, erede dell’antico ordine cavalleresco fondato nel 1390 in Borgogna.

lunedì 29 giugno 2015

Intervista a Roberto Jonghi Lavarini.


 
venerdì, giugno 26, 2015    
 
Roberto Jonghi Lavarini, classe 1972, discendente da una famiglia tedesco vallese di antica nobiltà feudale, laurea in Scienze Politiche con tesi in “Araldica e Comunicazione”, cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, membro della Società Genealogica Italiana e del Centro Studi Araldici, soprannominato “barone nero” per la sua militanza politica, è tra i promotori della nuova associazione culturale Aristocrazia Europea
 
Barone, ci parli della vostra nuova iniziativa che ha già suscitato grande interesse... 
 
Premetto, al di là del simpatico soprannome, che sono un semplice decurione di campagna, orgoglioso delle proprie radici “walser”. Esattamente, il titolo spettante, ereditato dai miei antenati, sarebbe quello di “freiherr” che, nella giusta interpretazione tradizionale ed etimologica germanica, significa “uomo libero”, ovvero capo famiglia, in armi, non soggetto ad altra legge ed autorità, se non quella della propria “sippe” (comunità, tribù, villaggio). Preciso anche che sono solo uno dei promotori dell’associazione e che la stessa nulla ha a che fare con la politica. 
 
Prendiamo atto. Come nasce e come affronterà il futuro la vostra fondazione? 
 
Dalla volontà di un gruppo di amici, appassionati cultori e studiosi di storia, tradizioni, araldica e ordini cavallereschi, di preservare il pensiero aristocratico, ed il vero significato di nobiltà. Noi non siamo una classica associazione nobiliare o uno dei tanti sodalizi cavallereschi, legittimi e spesso anche benemeriti, che  rilasciano riconoscimenti, titoli e medaglie. Noi facciamo cultura e ci occupiamo di storia e di filosofia. Disprezziamo e condanniamo i tanti mitomani e truffatori che vendono patacche, quanto quei veri nobili che non si comportano più come tali. 
 
Cosa vuol dire essere Nobili nel 2015? 
 
E proprio per dare una risposta a questo annoso quesito che nasce la nostra associazione. I titoli, gli stemmi e le proprietà delle antiche famiglie italiane, rappresentano un grande patrimonio (storico, culturale, artistico ed identitario) della nostra nazione, assolutamente da tutelare, ma la vera nobiltà è altra cosa. Per noi, ereditare qualcosa non è sufficiente per essere qualcuno, la nobiltà è conquista e merito, selezione e governo dei migliori. L’aristocrazia non è semplicemente cultura e buone maniere, ma sopratutto tradizione, ovvero trasmissione e difesa di valori immanenti, “weltanschauung”, stile di vita, visione del mondo,  
 
Come agite in uno stato in cui l'aristocrazia nobiliare è caduta nel dimenticatoio dopo la Proclamazione della Repubblica? 
 
Noi vogliamo tutelare il patrimonio storico della nobiltà ma anche sostenere il pensiero aristocratico ed il concetto di cavalleria cristiana, ai quali, in tanti si avvicinano, per interesse storico e-o adesione culturale e spirituale, a prescindere dalle proprie origini genealogiche. La nobiltà autentica è, da sempre, una classe aperta, dinamica, in continua evoluzione, non un fenomeno statico o museale. Non a caso, non solo nelle monarchie, ma anche nelle repubbliche esistono degli ordini cavallereschi che premiano i migliori, o almeno così dovrebbero. 
 
Quali sono le vostre opere nel sociale? 
 
Noi non facciamo direttamente volontariato ma sosteniamo attivamente le iniziative dei più importanti e benemeriti ordini cavallereschi: quello Sovrano Militare Ospedaliero di Malta, quello Reale dei Santi Maurizio e Lazzaro e quelli Costantiniani di San Giorgio delle tre legittime obbedienze (di Parma, Napoli e Spagna). Certo è che, per un nobile, aiutare chi ha veramente bisogno (poveri e malati, anziani e bambini) è un preciso dovere (una “condicio sine qua non”) quanto quella di difendere la fede (per noi la Chiesa cattolica), la patria e le legittime case sovrane. 
 

sabato 30 maggio 2015

ARISTOCRAZIA EUROPEA

 
 
Associazione Culturale Aristocrazia Europea.
 
Noi siamo sostenitori e moderni interpreti del principio spirituale e filosofico di aristocrazia, nella sua corretta interpretazione, etimologica greca, tradizionale e cristiana, di “governo dei migliori”, di naturale selezione e gerarchia del merito. I nostri riferimenti storici, culturali ed ideali solo le polis greche, il patriziato romano, la cavalleria cristiana medievale, il Sacro Romano Impero, la società organica feudale, il rinascimento italiano e le monarchie tradizionali. La vera nobiltà è solo quella nazionalpopolare, identitaria, del pensiero e dell’azione,  al servizio della propria comunità e del proprio territorio, esempio, oltre che di cultura, buon gusto e buone maniere, soprattutto di assoluta lealtà, profondo senso di giustizia, del dovere e del sacrificio, autentico patriottismo, coraggio e fedeltà alla religione, alla corona ed alla parola data. La nostra associazione culturale, diversamente da tutte le altre, si rivolge sia a quella minoranza di nobili legittimi, che, avendo ereditato, dai propri antenati, stemmi e corone, rimangono fedeli a questa missione aristocratica che, a tutti coloro, cavalieri e autentici gentiluomini, condividono questi principi e valori.
 


 
Siamo una associazione culturale, libera ed indipendente, non a fini di lucro, promossa da un gruppo di autentici aristocratici e cavalieri, sotto l’alta protezione di un Principe europeo e di un Cardinale di Santa Romana Chiesa, con il sostegno e la collaborazione di alcuni docenti universitari ed esponenti del mondo della cultura, della impresa e della politica italiana. Siamo presenti in tutte le regioni italiane, ben radicati nella società, in ottimi rapporti con tutti gli Ordini Cavallereschi e le Case Sovrane europee, organizziamo iniziative culturali e benefiche, offriamo serissimi ed esclusivi servizi genealogici ed araldici. La vera nobiltà non è mai stata e non può essere un fenomeno statico e museale,  tantomeno statistico o mondano, ma, al contrario una viva tradizione culturale, una visione del mondo ed uno stile di vita, un giusto criterio di selezione della classe dirigente, di meritata premiazione dei migliori appartenenti ad una comunità, ad un popolo, ad una nazione. Noi tuteliamo certamente i legittimi diritti storici della nobiltà ereditaria ma sosteniamo maggiormente quella personale che ogni uomo, nella sua vita, può conquistare e raggiungere, migliorando se stesso, elevandosi spiritualmente verso l’alto.
STORIA e CULTURA
La storia della nostra Europa, delle nostre città e nazioni, coincide con quella delle grandi famiglie nobili e degli ordini religiosi e cavallereschi che hanno governato, per oltre un millennio, le nostre terre, rendendole ricche di castelli e monasteri, palazzi e chiese, opere d’arte, leggi ed istituzioni, che, ancora oggi, sono immenso patrimonio artistico e culturale della nostra civiltà. La vera aristocrazia è custode e portatrice di questa tradizione che è sintesi, stratificata e  consolidata, della filosofia greca, in particolare di Platone, della legislazione romana, della religiosità cristiana e dello spirito germanico, che ha trovato nel Sacro Romano Impero di Carlo Magno la sua più alta realizzazione spaziotemporale.
NOBILI e CAVALIERI
La stato italiano, a differenza delle monarchie e di altre repubbliche europee, non riconosce e non tutela i titoli nobiliari e gli stemmi araldici, in quanto tali. Dopo la scomparsa dell’ultimo Re d’Italia, Umberto II di Savoia, non esiste più una seria ed unica autorità, ufficiale e riconosciuta, che si occupi di questo patrimonio, ma operano autonomamente almeno una ventina, gran parte meritevoli, di albi, enti ed associazioni private, ognuna con i propri criteri e modus operandi. Oltre ai competenti uffici delle Case Sovrane e degli Ordini Cavallereschi (di Malta, Mauriziano e Costantiniano), riferimenti affidabili in materia sono certamente il Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, la Società Genealogica Italiana ed il Centro Studi Araldici. Esistono diverse associazioni, sodalizi e confraternite cavalleresche (soprattutto dinastiche e neo-templari), molte delle quali assolutamente legittime, serie e benemerite,  ma gli Ordini, prettamente detti, oltre a quelli statuali delle singole nazioni e Case Sovrane, sono solo quelli ufficialmente riconosciuti dalla stato italiano e dalla Santa Sede: lo SMOM (Sovrano Militare Ordine di Malta), l’OESSG (Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme), l’Ordine Teutonico, l’OSSML (Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro) e quello Costantiniano di San Giorgio (delle tre diverse obbedienze di Parma, Napoli e Spagna).
ARALDICA e GENEALOGIA
L’araldica è una millenaria forma di comunicazione tradizionale e simbolica. In collaborazione con i migliori araldisti (studiosi, esperti ed artisti), italiani ed europei, riproduciamo, rielaboriamo o realizziamo ex novo, in maniera assolutamente canonica e rigorosa, stemmi (nobiliari, di famiglia e personali, matrimoniali e genealogici, ecclesiastici e religiosi, militari, borghesi, di ordini cavallereschi, confraternite, sodalizi e corporazioni) su cartoncino, tela, legno e pietra. Possiamo anche realizzare i tradizionali anelli chevalier e gioielli araldici, tromplei e affreschi, riprodurre stemmi su tessuti, argenteria e ceramiche. Possiamo usare qualunque materiale e tecnica, realizzare disegni di qualsiasi dimensione, digitalizzarli per qualsiasi scopo. Siamo gli unici, in Italia, a proporre due tipologie artistiche molto particolari come quadri allegorici (ad olio su tela, misure a partire da 30x20cm) di scomposizione e ricomposizione simbolica degli elementi di stemmi araldici e soldatini personalizzati (cavalieri e fanti, storici e fantasy, pezzi unici di produzione artigianale, con resine e vari materiali, scala 5cm/1m) che riproducono esattamente le insegne araldiche dei nostri committenti. La genealogia è lo studio scientifico dello sviluppo storico delle famiglie e delle comunità e con accurate ricerche si può verificare e provare l’appartenenza ad una stirpe nobile, tutelandone il patrimonio culturale ed identitario. Tramite serissimi giuristi, professionisti, archivisti e ricercatori universitari, esperti di livello internazionale, offriamo, nella massima riservatezza e discrezione, consulenza (approfondita, documentata e asseverata) in materia genealogica e storico-nobiliare, verificando la realtà dei fatti,  al fine di ottenere eventuali riconoscimenti giuridici ufficiali (di titoli e stemmi legittimi) ed aggiunte anagrafiche di cognomi e predicati, con la possibilità di accedere ai circoli aristocratici più esclusivi ed ai massimi gradi dei principali ordini cavallereschi.


 

venerdì 17 aprile 2015

Il Reale Capitolo dei Cavalieri di Sant'Antonio a Roma il prossimo 13 giugno 2015.


Queridos Hermanos,
¡Paz y Bien!
El próximo 13 de junio se celebrará en Roma la Ceremonia de Entronización de nuevos Miembros del Real Capítulo de Caballeros de Santo Antonio de Lisboa. Os envío los formularios de inscripción en portugués e italiano para que podáis proceder a la presentación de candidaturas de nuevos Miembros antes del 15 de mayo. En proximas semanas se os informará de los detalles de la Ceremonia.
Abrazos Fraternos.
Caros Irmãos,
Paz e Bem!
O próximo 13 de junho celebrar-se-á em Roma a Cerimónia de Entronização de novos Membros do Real Capítulo de Cavaleiros de Santo António de Lisboa. Envio-vos as fichas de inscrição em português e italiano para poder proceder a apresentação de candidaturas de novos Membros antes do 15 de maio. Em próximas semanas serão informes dos detalhes da Cerimónia.
Abraços fraternos.
Cari Fratelli,
Pace e Bene!
Il prossimo 13 giugno si terrà a Roma la Cerimonia di Entronizazione di nuovi Membri del Real Capitolo di Cavalieri di Sant'Antonio di Lisbona. Vi invio i moduli di adesione in portoghese ed italiano per le candidature di nuovi Membri che vogliate presentare sempre prima del 15 maggio. Nelle prossime settimane si informerà più dettagliatamente della Cerimonia.
Abbracci Fraterni.
Francisco Acedo Fernández Pereira,
Prior Ministro General, Juez y Alcaide.

Colegio Heráldico Antoniano de Lisboa.
Registro Heráldico, Genealógico y Nobiliario de la Nobleza Histórica de los Reinos Ibéricos, bajo la Altísima Protección de Su Alteza Real el Augusto Señor Don Amadeo de Saboya Aosta, Duque de Saboya.
 
 
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D.Francisco Acedo Fernández Pereira, Prior-Presidente do Real Capítulo de Cavaleiros de Santo António de Lisboa de Arronches, nos remite esta breve historia de este Capítulo de Caballeros, al objeto de que nuestros lectores y amigos conozcan, con cierta profundidad, la historia e idiosincrasia de un Capítulo ciertamente desconocido para muchos de nosotros .
Esta Casa Troncal obedece con esta y otras publicaciones, a su compromiso de hacerse eco de cuantas actividades y noticias promuevan o patrocinen las diferentes Ordenes,  Asociaciones, Corporaciones y/o Instituciones que conforman el rico abanico caballeresco existente en nuestros días.
 Dice D.Francisco Acedo: existe conocimiento documental de la existencia de la Santa Iglesia Capitular de Santo Antonio de Lisboa desde comienzos del siglo XVI, cuando la Orden Franciscana ya estaba instalada en Arronches, aunque su presencia en la Villa fuese anterior y breve, además, por oposición de los Canónigos de la Santa Cruz de Coimbra, que poseían el Señorío de Arronches, compartido con la familia Sousa. Los documentos hablan en esas fechas de un templo con título de Iglesia y una Hermandad dedicada a Santo Antonio y al Niño Jesús, exclusiva para nobles. Por este motivo se puede intuir que tanto la Iglesia como la Hermandad ya existían en la centuria precedente. En uno de los dos planos del Libro de las Fortalezas de Duarte das Armas (1505-1510), aparece la Iglesia con un aspecto exterior muy similar al que posee hoy.
Cruz del Capítulo, que sirve de venera a sus Caballeros y Damas.
A ello hay que unir el hecho de que las tierras circundantes a la Santa Iglesia Capitular, en las que acampó Don Alfonso V con su ejército antes de traspasar la frontera con Castilla para defender los derechos de su mujer Juana (la mal llamada Beltraneja) frente a su sobrina Isabel, gozaban del privilegio de ser Coutos. Estos Coutos de Santo Antonio (todavía inscritos hoy así en el Registro de la Propiedad), eran gobernados por la Antigua y Noble Hermandad de Santo Antonio y del Niño Jesús, cuyo Juez era además Alcaide de los Coutos. Tenían los privilegios acostumbrados de esta institución en el Reino de Portugal, es decir, la absoluta inmunidad de impuestos, pechos, huestes y mesnadas, impartiéndose la Justicia independientemente del Poder Real y poseyendo derecho de asilo.
Venera del Gobierno, del Consejo y de los Caballeros de Justicia.
 
En la Batalla de Arronches, los ejércitos castellanos de don Juan José de Austria destruyeron la Iglesia, conservándose únicamente el presbiterio y la sacristía, y destruyéndose gran parte del archivo de la Hermandad. Como recuerdo de aquella Batalla se conservaron las llamadas Escaleras de los Castellanos, que el Capítulo donó en 2008 al Ayuntamiento de Arronches. De acuerdo con la información contenida en las Crónicas Parroquiales de 1758, la Iglesia era propiedad de la Antigua y Noble Hermandad de San Antonio y del Niño Jesús, agregada a la Colegiata de Nuestra Señora de la Asunción (Iglesia Matriz) de Arronches, de Canónigos de la Santa Cruz de Coimbra, y la Hermandad tenía asiento en el Cabildo. Su ermitaño estaba sufragado por los Prelados de Portalegre, y tenía renta anual de dos moios (1580 kilos) de trigo y seis mil reales en dinero. La polación veneraba a San Antonio el día 13 de junio. La Antigua y Noble Hermandad de Santo Antonio y del Niño Jesús estaba exclusivamente formada por miembros de la Nobleza, y en los archivos de la Hermandad podemos ver la lista de familias. Entre ellos encontramos a los Bragança Ligne de Sousa, Marqueses de Arronches, Duques de Lafões e Príncipes del Imperio (la familia mas preclara que dio la Villa de Arronches), y otras familias de la Hidalguia local onde vemos apellidos como Aguiar, Álvares Pereira, Ataíde, Bragança, Bragança Ligne, Bragança Melo, Cabral, Castro, Falcão, Ligne, Ligne Luxembourg, Ligne Nassau, Ligne Sousa Tavares, Lopes de Sousa, Lorena, Lorena Menezes, Luxembourg, Manoel, Mascarenhas, Mascarenhas e Silva, Mendes de Sousa, Mendonça, Menezes, Menezes Coutinho, Menezes de Noronha, Montmorency Luxembourg, Moura, Moura Pereira, Nassau, Nassau Siegen, Nassau e Sousa, Noronha, Paiva, Pereira, Pereira Bragança, Pereira de Moura, Silva, Silveira, Sousa, Sousa Ligne, Sousa Nassau, Sousa Tavares, Tavares, Telez de Menezes, ou Vilhena.
Los datos extraídos de las Crónicas Parroquiales de 1758 nos permiten concluir que la Antigua y Noble Hermandad de San Antonio y del Niño Jesús se tenía su sede canónica en esta capilla en el siglo XVIII y que cumpliría su misión hasta la extinción de las Órdenes Religiosas en 1834, aunque los bienes de la Hermandad fueron conservados por ésta hasta que vendieron a particulares tras la proclamación de la república y el templo fuera profanado convirtiéndose en salón de bailes. La república supuso un parón en la vida de la Antigua y Noble Hermandad de Santo Antonio y del Niño Jesús, pero la familia Pereira vinculada desde siglos a la Hermandad, adquirió pocos años más tarde los Coutos de Santo Antonio y la Iglesia con ellos. A pesar de que el edificio religioso fuera desprovisto de su función, el culto a San Antonio continuó enraizado en la vivencia de esta comunidad, como se puede comprobar en las diversas imágenes de San Antonio existentes en las Iglesias del Municipio. Hoy es la sede del Real Capítulo de Caballeros de San Antonio de Lisboa, heredero de la Antigua Hermandad.
 
Placa, miniatura de cinta y miniatura de ojal del Capítulo.
 
A pesar de que el edificio religioso fuera desprovisto de su función en tiempos de la república, el culto a Santo Antonio continuó enraizado en la vivencia de la Villa, como se puede comprobar en las diversas imágenes del Santo existentes en la Iglesias del Concejo. Tras el costoso proyecto de restauración de la Iglesia, bendecida nuevamente el 14 de junio de 2008, la Antigua y Noble Hermandad de Santo Antonio y del Niño Jesús, que había permanecido largos años latente, pero no extinta, se reorganizó y se dotó de nuevos estatutos el 13 de junio de 2007, tomando la denominación de Real Capítulo de Caballeros de Santo Antonio de Lisboa de Arronches.
Hasta la fecha de la reorganización, existía una única clase de Caballeros, a los que se pedían las acostumbradas pruebas de nobleza, pero, a partir de ella, se crearon diversos grados. Los Miembros Eclesiásticos pueden ser Capelanes de Honor (reservado para Altas Dignidades Eclesiásticas) o Capellanes en Ejercicio. Al frente de los mismos están el Obispo Protector, el Capellán Mayor, que se encarga de la organización de los Capellanes y el Consiliario que cura los asuntos espirituales. Los Caballeros y Damas se dividen en cuatro categorías: de Honor, reservada a Miembros de Casas Soberanas y Altísimas personalidades; de Justicia, que son descendientes de las antiguas familias que conformaron la Antigua y Noble Hermandad, o que son Parientes del Solar y que prueban la Nobleza bicentenaria por la ascendencia paterna; de Derecho de Sangre, reservado para Títulos o personas que prueben la Nobleza Generosa por el costado paterno; y de Gracia, para aquéllos que, sin pruebas de Nobleza, hayan realizado especiales méritos hacia el Capítulo. Los Caballeros de Justicia, transcurridos diez años del ingreso, pueden solicitar la prmoción al grado de Comendador de Justicia, cuyo número  no puede nunca exceder de trece.
El Gobierno está formado por Miembros de Justicia, tiene a la cabeza al Presidente que ostenta los Títulos tradiconales de Prior de la Santa Iglesia Capitular, Juez de la Antigua y Noble Hermandad y Alcaide de los Coutos de Santo Antonio.  Tiene un Consejo Asesor formado por diversos Caballeros que lo ayuda en sus tareas. El Capítulo tiene Prioratos Nacionales, Regionales y Provinciales, entre ellos los de España, Dos Sicilias, Lacio y Cerdeña. Para ingresar en el Real Capítulo hay que abrir un Proceso de Admisión en el que el candidato debe de ser presentado por dos caballeros, de los cuales, uno, al menos, debe de ser Miembro del Gobierno. Igualmente el Real Capítulo concede cada 13 de junio la Cruz al Mérito Antoniano a aquellas personas o instituciones (pertenencientes o no al Real Capítulo) que se hayan distinguido en su servicio.
La insignia del Real Capítulo es una cruz flordelisada de plata vaciada de gules, que se lleva como placa al pecho y como miniatura pendiente de una cinta negra, o miniatura de ojal. Los Miembros de Justicia, el Gobierno y el Consejo llevan la misma cruz, rodeada de laureles, bajo trofeo y corona al cuello con una cinta igualmente negra.
Tanto la Santa Iglesia Capitular, como el Capítulo se han visto agraciados durante los siglos por numerosas Indulgencias y privilegios. Así los Miembros gozan de más de doscientas Indulgencias Plenarias anuales y el Templo goza de Altar Privilegiado, liberando un Alma Bendita del Purgatorio cada vez que se celebra la Santa Misa, siendo esta gracia extensiva a todos los Capellanes.
La Santa Iglesia Capitular.
El edificio es de arquitectura vernácula, muy usada en el Alentejo en las construcciones religiosas con carácter rural, durante el período del Estilo Chão (siglos XVI y XVII).
El ingreso está orientado al Oeste, conservando lateralmente, en el lado del Evangelio, dos gruesos contrafuertes al exterior. El atrio es abierto y posee tres arcos de medio punto, con gran profusión de cantería.
Imagen Titular en el manifestador de la Capilla Mayor de la Santa Iglesia Capitular.
 
El interior está dispuesto en una única nave, con capilla mayor abovedada. El retablo de la misma está decorado con paneles de pintura al fresco, alusivos a la vida del Santo. Se trata de una pintura de gran calidad técnica, provablemente de finales del siglo XVII, donde están representados milagros de Santo Antonio, concretamente:
a)Santo Antonio y la mujer rica;
b)La Bilocación de Santo Antonio;
c)San Antonio predicando a los peces.
d)En la bóveda se encuentra una imagen de Nuestra Señora de la Concepción de Vila-viçosa, Patrona de Portugal.
El resto del presbiterio está pintado con la técnica del trampantojo, que consiste en imitar la pidra, la talla dorada y otros elementos decorativos. La imagen de Santo Antonio, que se dispone en el manifestador del retablo, es lígnea y de factura alentejana, fechada en el siglo XVII. Se la viste con capas y posee varias galletas. Los ángeles que están dispuestos en el presbiterio  son del mismo material, de gran belleza, y datan del siglo XVII.
En la nave se conservan muebles antiguos, imaginería, piezas de retablos, reposteros, y otras piezas, procedentes del Capítulo y de donaciones. La pila del agua bendita es de gran belleza, avenerada y tallada en mármol de Estremoz. La zona más antigua de la construcción es la actual sacristía, con la cúpula semiesférica, decorada con esgrafiados (técnica de influencia árabe) con motivos animales y vegetales, la cual data del XV y se especula con la posibilidad de que sea el origen de la construcción. Junto a la sacristía existen otras dependencias anejas que constituyen el Antiguo Solar.

lunedì 23 febbraio 2015

Ordo Draconis.


 
S.E. il barone Andreas Freiherr von Lehr, Dignitario e Delegato per la Germania (ed i popoli di lingua tedesca) dell’Ordine Imperiale del Drago (confraternita cavalleresca erede del mitico Ordo Draconis, fondato nel 1408, contro l’avanzata dell’Impero Turco Ottomano in Europa, da Sigismondo Imperatore del SRI, attualmente sotto l’alta protezione di SAR il giovane Principe Michele di Romania) ha nominato Cavaliere il barone Roberto Jonghi Lavarini Freiherr von Urnavas, Delegato Walser Uradel Kulturverein per l’Italia. I personaggi certamente più famosi appartenenti a questo ordine guerriero cristiano furono i Voivodi (principi) di Valacchia e Transilvania, Vlad II Dracul (figlio del Drago) e Vlad III Tepes (l’impalatore), implacabili difensori dei confini dell’impero, dall’invasione mussulmana.