Associazione Culturale Aristocrazia Europea

giovedì 29 settembre 2016

Intervista a Lali Panchulidze (Italia-Georgia).

Intervista a Lali Panchulidze (Italia-Georgia).
Gianni Spina intervista Lali Panchulidze. (Agenzia Stampa Italia-in-Forma)

Lali Panchulidze
 
Intervistiamo la professoressa Lali Panchulidze , 31 anni, di antica e benestante famiglia georgiana, laureata in letteratura, parla bene l’italiano, ma anche il russo e l’inglese, è venuta in Europa, prima in Grecia, poi in Italia, Francia e Svizzera, per turismo, appassionata di arte, oltre che di poesia e musica classica, ha subito fatto ottime PR ed oggi, insieme ad alcuni suoi connazionali residenti in Lombardia e a un gruppo di amici imprenditori e professionisti italiani, ha appena fondato l'associazione culturale Italia-Georgia. L'affascinante nobildonna caucasica, oramai conosciuta come la “Dama Bianca” è stata notata ai principali eventi della settimana milanese della moda, oltre che a diverse inaugurazioni di mostre di pittura e fotografia. Da tempo, si è bene inserita in due prestigiose associazioni come Aristocrazia Europea ed Assocastelli, ambienti culturalmente elevati, storicamente internazionali ed ecumenici, e molto vicini al mondo cristiano ortodosso ed orientale, del quale la Georgia è certamente uno strategico caposaldo geopolitico, ai confini con il sempre più inquieto mondo islamico. Non a caso, Papa Francesco, proprio in questi giorni, è in visita dal Catholicos Elia II, Patriarca della antichissima chiesa cristiana ortodossa georgiana.
DOMANDA:  Cosa le piace tanto della nostra Milano, dell’Italia e degli italiani?
 
RISPOSTA: Milano è una città dai mille volti, iperattiva e cosmopolita, come nessun'altro luogo in Italia... Una città difficile da inquadrare, tiene insieme il glamour della moda ad una fitta rete di associazioni di volontariato che si occupano di sociale. Capitale della moda e del design, della editoria e della pubblicità, del campionato di calcio. Milano è come un rubrica televisiva, raccontata con gli occhi del mondo della cultura e dello spettacolo e della impresa. Dell'Italia mi piaciono i capolavori della classicità romana e del rinascimento, l'arte e l'architettura, i castelli e le chiese, la straordinaria varietà e bellezza dei paesaggi e delle tradizioni locali. Poi il cibo sano, fresco, ricco, gustoso... E gli italiani sono calorosi, amichevoli, gentili, ospitali, generosi...
 

D: Quali fenomeni culturali e artisti le interessano di più?
 
R: Amo molto la classicità geco romana, le cui tracce sono peraltro presenti anche in Georgia, i movimenti specificamente italiani come il Rinascimento ed il Futurismo, ma anche gli artisti d'avanguardia, e la Pop Art di Andy Warhol, uno dei miei artisti preferiti, che è stato pittore, scultore, regista, produttore cinematografico. attore... Altro artista che mi piace molto è il contemporaneo Mark Rothkp, autore di Orange, Red, Yellow. Mi piace la tradizione, dai balli folk al tango, alla musica classica, ma anche le nuove tendenze e la tecnologia, le rivoluzionarie potenzialità conoscitive, comunicative, espressive e formative della rete web.
D: A chi si vuole approcciare alla identità georgiana, cosa consiglia?
 
R: La leggenda narra che mentre Dio stava distribuendo le terre a tutti i popoli del mondo, i georgiani arrivarono in ritardo. Quando venne chiesto loro come mai, essi risposero che si erano fermati a bere del buon vino ed a brindare alla salute dell'onnipotente. Dio rimase così soddisfatto della loro risposta che concesse loro quelle parte di terra meravigliosa che aveva serbato per se. La Georgia è di una bellezza misteriosa, quella del Caucaso, il confine naturale tra Asia ed Europa, che trova nella Georgia uno dei luoghi più suggestivi, dove le tradizioni dell'oriente si incrociano e fondono con quelle occidentali, formando una cultura ed una assolutamente unica, Non tutti sanno che la Georgia, terra dai tremila anni di storia e civiltà, è anche la patria del primo uomo bianco europeo, oltre che del vino. A Dmanini, nella regione Kvemo Kartli sono stati ritrovati i resti di uomini vissuti 1,7 milioni di anni fa. La Georgia è storia e religione, arte e cultura, castelli e monasteri, tradizioni folkloristiche ed enogastronomiche.
La Dama Bianca e lo stemma della famiglia Panchulidze
 
D: Quali sono invece le possibilità di investimento e di impresa in Georgia?

 
R: La Georgia è una nazione caucasica, posizionata fra Armenia e Azerbaijan, da sempre in una posizione strategica per gli scambi commericiali fra occidente e oriente, fin dai tempi di Alessandro Magno e poi di Marco Polo. Dal 2010 abbiamo un forte crescita economica, pari al 7% del PIL, soprattutto nei settori della edilizia, delle infrastrutture, delle grandi opere, di conseguenza, anche del terziario e del turismo. Esistono interessanti opportunità per i beni di comsumo, per il mitico made in Italy, molto conosciuto ed apprezzato dalla nostra borghesia e dai nostri giovani. La nostra capitale, Tiblisi, è una città moderna ed accogliente. L'export italiano è, infatti, in costante aumento, soprattutto l'abbigliamento. Il nostro governo aiuta ed agevola gli investitori ed imprenditori stranieri, sia da un punto di vista fiscale che logistico. La nostra associzione, non si occuperà solo di cultura ma anche di interscambio commerciale.
 
La Famiglia Reale con il Patriarca di Gerusalemme
 
D: In Georgia si è tanto parlato di una restaurazione della monarchia…
 
R: Noi siamo un fiero ed antico popolo guerriero, di cavalieri cristiani, come i nostri vicini Armeni. La cristianità ha perso Gerusalemme e Costantinopoli ma noi abbiamo lottato e resistito, e siamo sempre pronti a difenderci. La monarchia, le storiche famiglie nobili della nostra patria, in particolare quella reale dei Bagrationi, sono simbolo di unità e identità nazionale e godono del rispetto delle istituzioni e del sostegno della grande maggioranza del popolo georgiano. Il ripristino della monarchia è auspicato soprattutto dalla nostra chiesa nazionale, oltre che dai movimenti monarchici e nazionalisti. Vedremo, ma sarà il popolo georgiano a scegliere liberamente il proprio futuro, siamo orgogliosi della nostra identità e gelosi della nostra sovranità nazionale.
 
Assocastelli e Aristocrazia Europea

D: E della politica italiana cosa ha capito e cosa ne pensa?
 
R: La seguo poco e la capisco ancora meno, ma sento che gli Italiani non sono soddisfatti di chi li governa, soprattutto, si lamentano delle troppe tasse, della burocrazia, della immigrazione incontrollata e della illegalità diffusa. Non mi permetto di intromettermi nelle vicende altrui, anche se ho diversi amici italiani che si occupano attivamente di politica, anche nelle istituzioni locali. Posso solo dire che in Georgia la polizia è molto amata ed ha un ruolo importante e riconosciuto, e fa rispettare la legge, salvaguardando la libertà e la sicurezza dei cittadini. Per avere città pulite e sicure servono forza dissuasiva, regole certe e pene severe: chi sbaglia deve pagare.
http://italia-informa.blogspot.it/
 

lunedì 22 febbraio 2016

ASSOCASTELLI 2016



I nobili si alleano per vincere la crisi

Mantenere le dimore storiche costa troppo: marchesi e baroni uniti per resistere. E rilanciare il turismo

IL GIORNALE - Articolo di Michelangelo Bonessa
 Rassegna Stampa 22 febbraio 2016

 
Le nuove leve dell'aristocrazia terriera partono lancia in resta. Un centinaio di nobili e ricchi borghesi si è unito in un'associazione per rilanciare economicamente le rispettive proprietà immobiliari: i tempi sono duri per tutti e non si possono manutenere facilmente castelli e edifici storici.
 
Per questo è nata a Milano Assocastelli dall'iniziativa delle nuove generazioni del bel mondo: l'età media degli aderenti, che possono contare su testimonial europei d'eccezione come l'Arciduca d'Austria Carlo d'Asburgo e il Granduca di Russia George Romanof, è di 45 anni. E in gran parte provengono dal Nord Ovest italiano, Piemonte e Lombardia in testa, proprio le stesse zone dove il Conte di Cavour e l'aristocrazia illuminata ottocentesca importarono dall'Inghilterra il modello del proprietario terriero imprenditore. Una figura opposta per valori a quella del nobile nella concezione spagnola, dove l'ideale era una persona il più distaccata possibile dalle cose materiali come la gestione dei propri fondi. E sull'esempio dell'artefice dell'Unità italiana anche i cento di Assocastelli, che ha tra i suoi fondatori i baroni Ivan Drogo Inglese e Roberto Jonghi Lavarini e l'avvocato Federico Filippo Oriana, vogliono «creare un sistema virtuoso e sinergico di accoglienza turistica, organizzazione di eventi pubblici e privati, e valorizzazione de territorio, della enogastronomia e dell'artigianato locale, attraverso una serie di iniziative sociali ed il lancio di una nuova piattaforma internet, con particolare attenzione alla possibile clientela americana, russa e cinese». Diventare cioè il motore economico per molte comunità. In alcuni casi si tratterà di potenziare quanto già iniziato: il Marchese Giacomo Cattaneo Adorno Giustiniani di Gabiano è proprietario dell'omonimo castello e produce vino, così come per il castello di Piovera del Conte Alessandro Calvi di Bergolo e Rocca Saporiti. O come per il barone Giulio Cesare Ferrari Ardicini, la cui famiglia è proprietaria di storici palazzi in Lombardia e Piemonte oltre che della tenuta agricola Colle Alberti nel Chianti. La nuova unione è nata tra gli aderenti dell'Associazione Nazionale tra le Società di Promozione e Sviluppo Immobiliare (Aspesi) e circa il 70% dei soci appartiene a famiglie della aristocrazia storica, anche se vista l'età media parliamo delle nuove generazioni. Un gruppo che non ha finalità politiche, ma imprenditoriali e che punterà su alcuni mantra di oggi come la qualità del made in Italy. E che potrebbe rappresentare una leva economica per molte zone depresse della penisola visto che i timidi segnali di ripresa si avvertono soprattutto nelle grandi città e nei pochi centri industriali rimasti. Dallo stesso clima innescato dall'aristocrazia imprenditoriale ottocentesca scaturirono le energie per grandi opere come il canale Cavour: con i suoi 83 chilometri è una delle più vaste opere di ingegneria idraulica in Italia e ha permesso lo sviluppo delle zone agricole di Vercelli e Novara. E, oltre che essere fondamentale tutt'oggi per l'economia del territorio, all'epoca fu costruito in tempi record: approvato dal Parlamento nel 1862, fu completato del 1866. Tre anni per un'opera di quasi cento chilometri e che attraversava diverse Amministrazioni e strade. Confrontarlo con qualsiasi cantiere statale odierno sarebbe impietoso. E comunque questi cento aderenti sono solo l'inizio: i fondatori non vogliono fermarsi qui, ma ampliare gradualmente i soci anche oltre i confini nazionali. Per questo i testimonial come Carlo d'Asburgo e George Romanoff sono più che un semplice volto. E sembra che saranno coinvolti anche i principi italiani Emanuele Filiberto di Savoia e Carlo di Borbone delle Due Sicilie. L'obiettivo finale è un network internazionale di attività in tutto il continente: «Si tratta di riprendere alcune buone tradizioni del feudalesimo - spiega il barone Jonghi Lavarini - come il contatto con il territorio». Si torna indietro, per andare avanti.
 
 
 
 


giovedì 11 febbraio 2016

Ordini costantiniani e principi bizantini...


In materia genealogica e nobiliare, non essendoci più la Consulta Araldica del Regno, ognuno può avere le sue idee ed interpretazioni in merito, ma esistono dati storici oggettivi ed inoppugnabili. In Italia, vi sono diversi ordini cavallereschi cristiani denominati “costantiniani di San Giorgio”: solo tre sono ufficialmente riconosciuti sia dallo Stato del Vaticano che dalla Repubblica Italiana, ovvero quelli di collazione dei tre rami della famiglia principesca sovrana dei Borbone (obbedienze di Parma, di Napoli-Due Sicilie e di Spagna). A questi si può aggiungere quello, altrettanto legittimo e legalmente riconosciuto, conferito dal Patriarca della Chiesa Ortodossa autocefala di Aquileia (Evloghios I). Poi vi è l’intricato mondo dei pretendenti al trono imperiale di Costantinopoli, una vasta zona grigia dove si trovano principi e ordini autentici, sedicenti e completamente fasulli. Certamente i più discutibili sono l’autoproclamatosi Erminio La Bruna ed i due nominati eredi dal già discusso Marziano Lavarello: Antonio Tiberio Dobrynia e Luigi Maria Picco, entrambi molto attivi nella commercializzazione di titoli, medaglie e mantelli. Casi a parte sono i Despoti di Nicea, i Navigaiosi di Lemnos ed i Pozzi Sacchi di Santa Sofia di Epiro che hanno certamente qualche valenza storica e giuridica, oltre che il riconoscimento di diverse autorità religiose ortodosse. A questi possiamo certamente aggiungere la principessa Liliana De Curtis Focas Gagliardi, figlia di Totò, e l'avvocato Alessio Ferrari, galantuomo di Roma, che ha aggiunto il cognome Angelo Comneno della madre. Ma in Italia, vi sono cinque autentici principi bizantini, discendenti diretti delle famiglie imperiali che potrebbero veramente dirsi eredi al trono di Costantinopoli: il prof. Roberto Comneno d'Otranto a Milano, Stefan Cernetic del Montenegro a Torino, l'arch. Neri Ginanneschi Comneno Stephanopoli a Firenze, il prof. Pietro Paleologo Mastrogiovanni a Salerno e Francesco Vassallo Paleologo a Palermo. Di questi, l'unico a mantenere viva la tradizione di famiglia è Stefan Cernetic, attivo in diverse iniziative culturali e sociali, in particolare con la Protezione Civile internazionale e nel dialogo ecumenico cristiano fra la Chiesa Cattolica e quella Ortodossa. (Prof.Ignazio Melissenda)