Collegio Araldico Antoniano di Lisbona
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mercoledì 5 aprile 2017
giovedì 29 settembre 2016
Intervista a Lali Panchulidze (Italia-Georgia).
Intervista a Lali Panchulidze (Italia-Georgia).
Gianni Spina intervista Lali Panchulidze. (Agenzia Stampa Italia-in-Forma)
Lali Panchulidze |
Intervistiamo la professoressa Lali Panchulidze , 31 anni, di antica e benestante famiglia georgiana, laureata in letteratura, parla bene l’italiano, ma anche il russo e l’inglese, è venuta in Europa, prima in Grecia, poi in Italia, Francia e Svizzera, per turismo, appassionata di arte, oltre che di poesia e musica classica, ha subito fatto ottime PR ed oggi, insieme ad alcuni suoi connazionali residenti in Lombardia e a un gruppo di amici imprenditori e professionisti italiani, ha appena fondato l'associazione culturale Italia-Georgia. L'affascinante nobildonna caucasica, oramai conosciuta come la “Dama Bianca” è stata notata ai principali eventi della settimana milanese della moda, oltre che a diverse inaugurazioni di mostre di pittura e fotografia. Da tempo, si è bene inserita in due prestigiose associazioni come Aristocrazia Europea ed Assocastelli, ambienti culturalmente elevati, storicamente internazionali ed ecumenici, e molto vicini al mondo cristiano ortodosso ed orientale, del quale la Georgia è certamente uno strategico caposaldo geopolitico, ai confini con il sempre più inquieto mondo islamico. Non a caso, Papa Francesco, proprio in questi giorni, è in visita dal Catholicos Elia II, Patriarca della antichissima chiesa cristiana ortodossa georgiana.
DOMANDA: Cosa le piace tanto della nostra Milano, dell’Italia e degli italiani?
RISPOSTA: Milano è una città dai mille volti, iperattiva e cosmopolita, come nessun'altro luogo in Italia... Una città difficile da inquadrare, tiene insieme il glamour della moda ad una fitta rete di associazioni di volontariato che si occupano di sociale. Capitale della moda e del design, della editoria e della pubblicità, del campionato di calcio. Milano è come un rubrica televisiva, raccontata con gli occhi del mondo della cultura e dello spettacolo e della impresa. Dell'Italia mi piaciono i capolavori della classicità romana e del rinascimento, l'arte e l'architettura, i castelli e le chiese, la straordinaria varietà e bellezza dei paesaggi e delle tradizioni locali. Poi il cibo sano, fresco, ricco, gustoso... E gli italiani sono calorosi, amichevoli, gentili, ospitali, generosi...
D: Quali fenomeni culturali e artisti le interessano di più?
R: Amo molto la classicità geco romana, le cui tracce sono peraltro presenti anche in Georgia, i movimenti specificamente italiani come il Rinascimento ed il Futurismo, ma anche gli artisti d'avanguardia, e la Pop Art di Andy Warhol, uno dei miei artisti preferiti, che è stato pittore, scultore, regista, produttore cinematografico. attore... Altro artista che mi piace molto è il contemporaneo Mark Rothkp, autore di Orange, Red, Yellow. Mi piace la tradizione, dai balli folk al tango, alla musica classica, ma anche le nuove tendenze e la tecnologia, le rivoluzionarie potenzialità conoscitive, comunicative, espressive e formative della rete web.
D: A chi si vuole approcciare alla identità georgiana, cosa consiglia?
R: La leggenda narra che mentre Dio stava distribuendo le terre a tutti i popoli del mondo, i georgiani arrivarono in ritardo. Quando venne chiesto loro come mai, essi risposero che si erano fermati a bere del buon vino ed a brindare alla salute dell'onnipotente. Dio rimase così soddisfatto della loro risposta che concesse loro quelle parte di terra meravigliosa che aveva serbato per se. La Georgia è di una bellezza misteriosa, quella del Caucaso, il confine naturale tra Asia ed Europa, che trova nella Georgia uno dei luoghi più suggestivi, dove le tradizioni dell'oriente si incrociano e fondono con quelle occidentali, formando una cultura ed una assolutamente unica, Non tutti sanno che la Georgia, terra dai tremila anni di storia e civiltà, è anche la patria del primo uomo bianco europeo, oltre che del vino. A Dmanini, nella regione Kvemo Kartli sono stati ritrovati i resti di uomini vissuti 1,7 milioni di anni fa. La Georgia è storia e religione, arte e cultura, castelli e monasteri, tradizioni folkloristiche ed enogastronomiche.
La Dama Bianca e lo stemma della famiglia Panchulidze |
D: Quali sono invece le possibilità di investimento e di impresa in Georgia?
R: La Georgia è una nazione caucasica, posizionata fra Armenia e Azerbaijan, da sempre in una posizione strategica per gli scambi commericiali fra occidente e oriente, fin dai tempi di Alessandro Magno e poi di Marco Polo. Dal 2010 abbiamo un forte crescita economica, pari al 7% del PIL, soprattutto nei settori della edilizia, delle infrastrutture, delle grandi opere, di conseguenza, anche del terziario e del turismo. Esistono interessanti opportunità per i beni di comsumo, per il mitico made in Italy, molto conosciuto ed apprezzato dalla nostra borghesia e dai nostri giovani. La nostra capitale, Tiblisi, è una città moderna ed accogliente. L'export italiano è, infatti, in costante aumento, soprattutto l'abbigliamento. Il nostro governo aiuta ed agevola gli investitori ed imprenditori stranieri, sia da un punto di vista fiscale che logistico. La nostra associzione, non si occuperà solo di cultura ma anche di interscambio commerciale.
La Famiglia Reale con il Patriarca di Gerusalemme |
D: In Georgia si è tanto parlato di una restaurazione della monarchia…
R: Noi siamo un fiero ed antico popolo guerriero, di cavalieri cristiani, come i nostri vicini Armeni. La cristianità ha perso Gerusalemme e Costantinopoli ma noi abbiamo lottato e resistito, e siamo sempre pronti a difenderci. La monarchia, le storiche famiglie nobili della nostra patria, in particolare quella reale dei Bagrationi, sono simbolo di unità e identità nazionale e godono del rispetto delle istituzioni e del sostegno della grande maggioranza del popolo georgiano. Il ripristino della monarchia è auspicato soprattutto dalla nostra chiesa nazionale, oltre che dai movimenti monarchici e nazionalisti. Vedremo, ma sarà il popolo georgiano a scegliere liberamente il proprio futuro, siamo orgogliosi della nostra identità e gelosi della nostra sovranità nazionale.
Assocastelli e Aristocrazia Europea |
D: E della politica italiana cosa ha capito e cosa ne pensa?
R: La seguo poco e la capisco ancora meno, ma sento che gli Italiani non sono soddisfatti di chi li governa, soprattutto, si lamentano delle troppe tasse, della burocrazia, della immigrazione incontrollata e della illegalità diffusa. Non mi permetto di intromettermi nelle vicende altrui, anche se ho diversi amici italiani che si occupano attivamente di politica, anche nelle istituzioni locali. Posso solo dire che in Georgia la polizia è molto amata ed ha un ruolo importante e riconosciuto, e fa rispettare la legge, salvaguardando la libertà e la sicurezza dei cittadini. Per avere città pulite e sicure servono forza dissuasiva, regole certe e pene severe: chi sbaglia deve pagare.
http://italia-informa.blogspot.it/ |
lunedì 22 febbraio 2016
ASSOCASTELLI 2016
I nobili si alleano per vincere la crisi
Mantenere le dimore storiche costa troppo: marchesi e baroni uniti per resistere. E rilanciare il turismo
IL GIORNALE - Articolo di Michelangelo Bonessa
Rassegna Stampa 22 febbraio 2016
Mantenere le dimore storiche costa troppo: marchesi e baroni uniti per resistere. E rilanciare il turismo
IL GIORNALE - Articolo di Michelangelo Bonessa
Rassegna Stampa 22 febbraio 2016
IL GIORNALE - Articolo di Michelangelo Bonessa
Rassegna Stampa 22 febbraio 2016
Le nuove leve dell'aristocrazia terriera partono lancia in resta. Un centinaio di nobili e ricchi borghesi si è unito in un'associazione per rilanciare economicamente le rispettive proprietà immobiliari: i tempi sono duri per tutti e non si possono manutenere facilmente castelli e edifici storici.
Per questo è nata a Milano Assocastelli dall'iniziativa delle nuove generazioni del bel mondo: l'età media degli aderenti, che possono contare su testimonial europei d'eccezione come l'Arciduca d'Austria Carlo d'Asburgo e il Granduca di Russia George Romanof, è di 45 anni. E in gran parte provengono dal Nord Ovest italiano, Piemonte e Lombardia in testa, proprio le stesse zone dove il Conte di Cavour e l'aristocrazia illuminata ottocentesca importarono dall'Inghilterra il modello del proprietario terriero imprenditore. Una figura opposta per valori a quella del nobile nella concezione spagnola, dove l'ideale era una persona il più distaccata possibile dalle cose materiali come la gestione dei propri fondi. E sull'esempio dell'artefice dell'Unità italiana anche i cento di Assocastelli, che ha tra i suoi fondatori i baroni Ivan Drogo Inglese e Roberto Jonghi Lavarini e l'avvocato Federico Filippo Oriana, vogliono «creare un sistema virtuoso e sinergico di accoglienza turistica, organizzazione di eventi pubblici e privati, e valorizzazione de territorio, della enogastronomia e dell'artigianato locale, attraverso una serie di iniziative sociali ed il lancio di una nuova piattaforma internet, con particolare attenzione alla possibile clientela americana, russa e cinese». Diventare cioè il motore economico per molte comunità. In alcuni casi si tratterà di potenziare quanto già iniziato: il Marchese Giacomo Cattaneo Adorno Giustiniani di Gabiano è proprietario dell'omonimo castello e produce vino, così come per il castello di Piovera del Conte Alessandro Calvi di Bergolo e Rocca Saporiti. O come per il barone Giulio Cesare Ferrari Ardicini, la cui famiglia è proprietaria di storici palazzi in Lombardia e Piemonte oltre che della tenuta agricola Colle Alberti nel Chianti. La nuova unione è nata tra gli aderenti dell'Associazione Nazionale tra le Società di Promozione e Sviluppo Immobiliare (Aspesi) e circa il 70% dei soci appartiene a famiglie della aristocrazia storica, anche se vista l'età media parliamo delle nuove generazioni. Un gruppo che non ha finalità politiche, ma imprenditoriali e che punterà su alcuni mantra di oggi come la qualità del made in Italy. E che potrebbe rappresentare una leva economica per molte zone depresse della penisola visto che i timidi segnali di ripresa si avvertono soprattutto nelle grandi città e nei pochi centri industriali rimasti. Dallo stesso clima innescato dall'aristocrazia imprenditoriale ottocentesca scaturirono le energie per grandi opere come il canale Cavour: con i suoi 83 chilometri è una delle più vaste opere di ingegneria idraulica in Italia e ha permesso lo sviluppo delle zone agricole di Vercelli e Novara. E, oltre che essere fondamentale tutt'oggi per l'economia del territorio, all'epoca fu costruito in tempi record: approvato dal Parlamento nel 1862, fu completato del 1866. Tre anni per un'opera di quasi cento chilometri e che attraversava diverse Amministrazioni e strade. Confrontarlo con qualsiasi cantiere statale odierno sarebbe impietoso. E comunque questi cento aderenti sono solo l'inizio: i fondatori non vogliono fermarsi qui, ma ampliare gradualmente i soci anche oltre i confini nazionali. Per questo i testimonial come Carlo d'Asburgo e George Romanoff sono più che un semplice volto. E sembra che saranno coinvolti anche i principi italiani Emanuele Filiberto di Savoia e Carlo di Borbone delle Due Sicilie. L'obiettivo finale è un network internazionale di attività in tutto il continente: «Si tratta di riprendere alcune buone tradizioni del feudalesimo - spiega il barone Jonghi Lavarini - come il contatto con il territorio». Si torna indietro, per andare avanti.
giovedì 11 febbraio 2016
Ordini costantiniani e principi bizantini...
In materia genealogica e nobiliare, non essendoci più la Consulta Araldica del Regno, ognuno può avere le sue idee ed interpretazioni in merito, ma esistono dati storici oggettivi ed inoppugnabili. In Italia, vi sono diversi ordini cavallereschi
cristiani denominati “costantiniani di San Giorgio”: solo tre sono
ufficialmente riconosciuti sia dallo Stato del Vaticano che dalla Repubblica
Italiana, ovvero quelli di collazione dei tre rami della famiglia principesca
sovrana dei Borbone (obbedienze di Parma, di Napoli-Due Sicilie e di Spagna). A
questi si può aggiungere quello, altrettanto legittimo e legalmente
riconosciuto, conferito dal Patriarca della Chiesa Ortodossa autocefala di
Aquileia (Evloghios I). Poi vi è l’intricato mondo dei pretendenti al trono
imperiale di Costantinopoli, una vasta zona grigia dove si trovano principi e
ordini autentici, sedicenti e completamente fasulli. Certamente i più
discutibili sono l’autoproclamatosi Erminio La Bruna ed i due nominati eredi
dal già discusso Marziano Lavarello: Antonio Tiberio Dobrynia e Luigi Maria
Picco, entrambi molto attivi nella commercializzazione di titoli, medaglie e
mantelli. Casi a parte sono i Despoti di Nicea, i Navigaiosi di Lemnos ed i
Pozzi Sacchi di Santa Sofia di Epiro che hanno certamente qualche valenza
storica e giuridica, oltre che il riconoscimento di diverse autorità religiose
ortodosse. A questi possiamo certamente aggiungere la principessa Liliana De
Curtis Focas Gagliardi, figlia di Totò, e l'avvocato Alessio Ferrari,
galantuomo di Roma, che ha aggiunto il cognome Angelo Comneno della madre. Ma
in Italia, vi sono cinque autentici principi bizantini, discendenti diretti
delle famiglie imperiali che potrebbero veramente dirsi eredi al trono di
Costantinopoli: il prof. Roberto Comneno d'Otranto a Milano, Stefan
Cernetic del Montenegro a Torino, l'arch. Neri Ginanneschi Comneno
Stephanopoli a Firenze, il prof. Pietro Paleologo Mastrogiovanni a
Salerno e Francesco Vassallo Paleologo a Palermo. Di questi, l'unico a
mantenere viva la tradizione di famiglia è Stefan Cernetic, attivo in diverse
iniziative culturali e sociali, in particolare con la Protezione Civile
internazionale e nel dialogo ecumenico cristiano fra la Chiesa Cattolica e
quella Ortodossa. (Prof.Ignazio Melissenda)
martedì 22 dicembre 2015
Ordine (cavalleresco imperiale) al Mertio dell'Aquila d'Oro.
Sua Altezza Reale e Imperiale il Principe Gran Maestro
Stefan Cernetic del Montenegro
Sua Beatitudine il Metropolita Ortodosso di Milano Evloghios
Il Delegato dell'Ordine al Merito dell'Aquila d'Oro
Barone Dott. Ivan Drogo Inglese
L’OMAO (Ordine al Merito dell’Aquila d’Oro) è una associazione culturale cavalleresca, legalmente riconosciuta a livello internazionale, patrimonio storico ed araldico della Famiglia Cernetic (antica famiglia principesca slavo-ortodossa, discendenti dagli imperatori di Costantinopoli, fra i legittimi eredi ai troni reali di Montenegro e Macedonia). L’ordine ha un forte carattere religioso ecumenico, culturalmente euroasiatico e mediterraneo: si propone l’unità dei cristiani, la piena comunione fra ortodossi e cattolici, il concreto sostegno ai cristiani orientali perseguitati, la riscoperta e tutela del patrimonio storico, artistico e spirituale bizantino, una sempre maggiore vicinanza e collaborazione fra l’Europa e la Russia.
Il Principe Stefan Cernetic in visita a Milano.
Su invito del barone Ivan Drogo Inglese (noto imprenditore internazionale e delegato lombardo del prestigioso Ordine cavalleresco imperiale dell’Aquila d’Oro), Sua Altezza il Principe Stefan Cernetic, (capo della omonima antichissima dinastia slava ortodossa, discendente dagli imperatori di Costantinopoli, fra i legittimi eredi ai troni reali del Montenegro e della Macedonia) ha avuto una serie di importanti incontri a Milano. Innanzitutto, si è recato in devoto omaggio alla Chiesa Ortodossa di Via San Gregorio, nelle mura del vecchio Lazzaretto manzoniano, sede del Patriarcato di Aquileia, che custodisce una miracolosa e venerata icona della Madonna (che, periodicamente, lacrima sangue), dove è stato accolto da Sua Beatitudine il Metropolita Evloghios, dal clero e da un gruppo di fedeli, soprattutto di origine romena e balcanica. Il principe ed il vescovo hanno convenuto sulla assoluta necessità della unità dei Cristiani, concordando una collaborazione culturale a sostegno del dialogo ecumenico fra Ortodossi e Cattolici, e in concreta difesa dei fratelli delle chiese orientali, perseguitati per la loro fede. Nel pomeriggio, Stefan Cernetic che è anche uomo di affari e diplomazia internazionale (con strategici uffici di rappresentanza a Montecarlo, Belgrado, Mosca, Atene e Beirut) si è poi incontrato con alcuni imprenditori ed investitori italiani, interessati a sviluppare sinergie professionali mediterranee ed euroasiatiche, in particolare, ovviamente, in Montenegro. Infine, alla sera il principe è stato ospite d’onore all’evento mondano, riservato ed esclusivo, organizzato dal presidente di Assoconsulenza, Prof. Stefano Masullo, al quale hanno partecipato oltre duecento invitati, fra i quali molti personaggi noti della economia e della politica, ma anche dello sport e dello spettacolo.
S.A.I. il Principe Stefan Cernetic con il Metropolita Evloghios, il Barone Roberto Jonghi Lavarini
ed il delegato dell'Ordine al Merito dell'Aquila d'Oro, Barone Ivan Drogo Inglese.
martedì 20 ottobre 2015
Visita degli Asburgo a Milano.
Articolo pubblicato da AFFARI ITALIANI, primo giornale online italiano:
Milano, tre giorni di altezze imperiali.
Gli Asburgo tra cerimonie e galà. Spritz
Mica capita sempre di avere due altezze imperiali sotto la Madonnina. Per tre giorni, poi. All’ombra del Duomo sono arrivati l’Arciduca Ereditario Carlo d’Asburgo Lorena e suo fratello Giorgio. L’occasione? Il bicentenario dell’istituzione del Regno Lombardo Veneto… SPRITZ MILANO, LA RUBRICA DEL BEL MONDO MILANESE
Mica capita sempre di avere due altezze imperiali sotto la Madonnina. Per tre giorni, poi. All’ombra del Duomo sono arrivati l’Arciduca Ereditario Carlo d’Asburgo Lorena e suo fratello Giorgio: il bicentenario dell’istituzione del Regno Lombardo Veneto ha dato l’occasione di una storica visita ufficiale alla citta lombarda, organizzata dal Circolo del Regno Lombardo Veneto e del St-Georg Orden col beneplacito della Imperial Regia Cancelleria della Famiglia Asburgo, che si è articolata in appuntamenti pubblici e privati, in cui gli Arciduchi hanno avuto modo di incontrare non solo esponenti della nobiltà, ma anche autorità civili, religiose e accademiche, e illustri membri della società civile.
La visita si è aperta venerdì scorso con una lectio magistralis tenuta dall’arciduca Carlo nell’Università Cattolica di Milano, in cui ha illustrato quali siano gli intendimenti e gli sforzi che ancor oggi -seppur senza avere troni e corone- gli Asburgo stanno profondendo per una vera Europa cristiana e federale, in cui la Mitteleuropa (ossia i popoli e le regioni del vecchio Impero – e fra questi, anche Lombardia e Veneto) deve ritrovare il suo ruolo guida. Nel pomeriggio, visite private in Regione e in Arcivescovado, per concludere con una cena offerta dal conte friulano Giuseppe Rizzani. Il sabato è stato dedicato alle cerimonie del Konventum del St-Georg Orden: la Serbidiola (l’inno imperiale, musicato da franz Joseph Haydn nel 1797) è risuonata in Piazza Duomo, eseguita dalla Banda Imperial Regia, che segue gli Asburgo nelle loro visite in Europa. Poi, una solenne Messa e l’incontro con un variegato e numeroso pubblico davanti alla Chiesa di San Carlo al Corso, dove chiunque ha potuto conoscere e salutare gli eredi di Cecco Beppe. Alla sera, invece, durante un più esclusivo galà nelle sale di Palazzo Bocconi, più di duecento persone appartenenti all’aristocrazia e provenienti da tutto il vecchio Impero hanno levato i calici alle migliori fortune del Lombardo Veneto e della Casa Imperiale, chiudendo così la parte pubblica di queste prime celebrazioni. Domenica l’Arciduca Georg ha invece incontrato, in stretta cerchia, Soci e Amici del Circolo del Regno Lombardo Veneto, incoraggiandoli a proseguire nell’opera di custodia della tradizione e della storia dell’antico Regno, guardando al futuro per costruire un’Europa migliore. Le celebrazioni proseguiranno poi con l’ormai tradizionale Convegno di Studi Mitteleuropei che il Circolo del Regno Lombardo Veneto, in collaborazione con l’Associazione Culturale Aristocrazia Europea, ha fissato per il prossimo sabato 21 novembre.
Nelle foto: Le Loro Altezze Reali et Imperiali, i Principi ed Arciduchi d'Austria, il capo famiglia Carlo ed il cadetto Giorgio D'Asburgo Lorena, eredi del Sacro Romano Impero, insieme al Barone Roberto Jonghi Lavarini, al Nobile Diego Martino Zoia (Presidente del Circolo del Regno Lombardo Veneto) ed al Conte Andrea Boezio Bertinotti.
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